Ritorna “Note sulle note”, il programma musicale settimanale, nel quale annoto per voi piccoli appunti prima di lasciarvi ai brani scelti, che di puntata in puntata andiamo a conoscere.

 

Questo è il nostro diciannovesimo appuntamento, interamente dedicato al Jazz. Genere musicale noto agli inizi del ‘900 come evoluzione di forme musicali già utilizzate fra gli schiavi sudamericani. In origine aveva la forma di canzoni da lavoro nelle piantagioni e durante la costruzione di ferrovie e strade negli Stati Uniti. Serviva a ritmare e coordinare i movimenti. Il ritmo era binario. C’è una carenza di documentazione e riferimenti che riguardano la sua esatta genesi. Sicuramente New Orleans viene considerata una città fondamentale nella quale forse tutto ha inizio intorno al 1910.

 

Il nome “Jazz” proviene da un vocabolo appartenente alla cultura francese: “Jazz”, il cui significato è legato alla gioia di vivere. Ricordo che la città aveva subito prima una dominazione francese e poi spagnola. Il musicista al quale è stato attribuito il titolo di “Padre del Jazz” è Buddy Bolden, che fu attivo proprio a New Orleans nel 1904. Nel 1906 il pianista Jelly Roll Morton compose “King Porter Stamp”, uno dei primi brani Jazz a godere di vasta notorietà. Le orchestre pionieristiche di questo genere erano chiamate “Rag Time Bands”. Interessante sapere che un contributo notevole ad una prima evoluzione strumentale del Jazz fu apportato dagli emigrati italiani di New Orleans, che aggiunsero altri strumenti musicali provenienti dalla tradizione italiana delle bande di paese. Infatti tra i migliori musicisti di Jazz figurano afroamericani, poi affiancati da italoamericani come Nick La Rocca, che formarono la “Original Dixieland Jazz Band”, ossia la banda che diffuse il Jazz negli Usa, producendo molti dischi.

 

Il Jazz arriverà a Chicago con Luis Armstrong, e poi, nel primo dopoguerra in Europa con grandissimo successo.

Gli elementi del Jazz sono fondamentalmente due: ritmo e improvvisazione. La sua interpretazione valorizza l’espressività e il virtuosismo strumentale. La sua combinazione più frequente è il quartetto: basso, contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista generalmente sassofono o tromba. Si arrivò ad ogni modo a svariatissime combinazioni, fino quasi ad assumere caratteristiche orchestrali.

 

Nel corso del XX secolo si è evoluto in una grande varietà di stili, come lo Swing (anni ’30 e ’40), il Bebop (seconda metà degli anni ’40), il Cool Jazz e Hard Bop negli anni ’50, il Free Jazz negli anni ’60. Mentre troviamo la musica Fusion negli anni ’70 fino ad arrivare ad oggi con il Funk e l’Hip Hop.

 

Andremo ad ascoltare: Maple Leafe Rag (Scott Joplin), King Porter Stomp (Jelly Roll Morton), Tiger Rag (Nick La Rocca), Dixieland (Buddy Bolden), Cool Jazz (Miles Davis), Take Five (Dave Brubeck Quartet), Bebop (Dizzy Gillespie), When You’re Your Smiling (Billie Holiday), I’ve got Rithm (Charlie Parker), Take The A Train (Duke Ellington), Dream A Little Dream of me (Luis Armstrong - Ella Fitgerald), Basin Street Blues (Preservation All Jazz Band), What a Wanderfull World (Luis Armstrong).

 

 

Buon ascolto da Lorella Turchetto Michieli.


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