È il momento di “Nota sulle note” quindicesima puntata del programma musicale settimanale, nel quale annoto per voi piccoli appunti prima di lasciarvi ai brani scelti, che di puntata in puntata andiamo a conoscere.

 

In questa puntata parleremo dell’antenato dello Swing: il Foxtrot. È una danza di origine americana il cui significato è “Trotto della volpe”. Trae le sue origini dal Ragtime e comincia a diffondersi verso la fine del 1800 in America. Il primo libro pubblicato con la didascalia “The Fox trot, as danced by Mr. Fox”, ovvero il Fox trot come lo balla Mr. Fox, risale al 1914, riferendosi al ballerino Harry Fox, il quale, nella più grande sala da ballo di New York (Jardine de Dance), con sua moglie si esibì in questa danza. Subito diventò popolarissimo ed il ballo prese il suo nome. Era il 1913.

 

Nel 1914 fu inserito nelle danze classiche della Società americana. Nel 1915 fu portato a Londra dal ballerino Oscar Duryea naturalmente costruendoci sopra un ballo tutto inglese, molto diverso da quello americano. Sul finire della Prima Guerra mondiale viene codificato in due varianti tutt’oggi in uso nella categoria “Ballo da sala”: lo Slow Foxtrot (versione lenta) e il Quickstep (versione veloce).

 

Andremo a ascoltare ritmi di Slow Foxtroot: The Fox Trot in The Jazz Age, Fly me to the moon, You, Hit the Road Jack, All of me, Waves, Feeling Good, For Sentimental Reason;

ecco, invece, nella versione di Quickstep, ascolteremo: I don’t mean a thing, Why me?, That Man, Cant touch it, Bach in Town, You can’t Hurry Love, Is You is - Or is You aint, Swing Sweet Pussycat, Swing with Me.

 

 

Buon ascolto da Lorella Turchetto Michieli


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